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Una nuova “ricostruzione” al servizio dell’Università e del territorio.

Il 23 Novembre 1980 è sicuramente una ricorrenza che i lucani porteranno dentro come uno dei momenti più bui e difficili della propria esistenza. Da quella data in poi però, è seguito un periodo, noto come Ricostruzione, che ha rappresentato anche una occasione di riscatto per le nostre comunità, concretizzatasi attraverso la nascita di diversi presidii culturali, primi fra tutti l’Università degli Studi della Basilicata a Potenza.

Un giacimento fondamentale per la formazione di intere generazioni e per lo sviluppo di un territorio che gradualmente, nel corso degli anni, sta perdendo l’humus essenziale: i giovani.

Tanti giovani della nostra terra decidono, finito il percorso degli studi superiori,  di frequentare le Università di fuori regione e, quindi, di apportare economie e risorse al territorio in cui risiedono gli atenei opzionati.

Ma passiamo in rassegna alcuni dati che ci aiutano a inquadrare il fenomeno a livello nazionale.  Come si potrà vedere, il numero degli studenti fuori sede sta crescendo vertiginosamente: Il 27,4% degli iscritti frequenta un corso di laurea in una regione diversa da quella di residenza. Negli ultimi cinque anni, gli studenti fuori sede sono sempre cresciuti ad un tasso medio annuo del 2,7%. Gli studenti magistrali sono quelli più propensi a cambiare regione per frequentare un corso di laurea: il 36% degli iscritti ad un corso di laurea magistrale lo frequenta fuori regione.

Ma il dato più preoccupante è quello che riguarda il mezzogiorno d’Italia.  Se da un lato solamente il 20% degli studenti residenti nel Centro Italia ed il 22% nel Nord Italia decide di andare a studiare fuori regione, oltre il 32% dei ragazzi provenienti dal Sud e Isole italiane frequenta l’università lontano dalla propria Regione. A sperimentare l’abbandono dei propri territori sono soprattutto le regioni più piccole come Valle d’Aosta (78%) e Basilicata (77%).  In altre parole, per ogni 100 iscritti all’Università residenti in Basilicata, 77 decidono di frequentare un corso di laurea fuori dalla propria regione. (Dati da Osservatorio Talents Venture 2019- Il Fenomeno degli studenti fuori sede)

Nonostante la presenza dell’Università in Basilicata, la percentuale degli studenti universitari lucani che opta per frequentare gli studi in un’altra regione è davvero alta.

Se questo trend dovesse continuare a crescere, il futuro della stessa Università degli studi della Basilicata risulterebbe segnato e, cosa ancor più grave sarebbe se, buona parte di questi laureati rimanesse a lavorare nelle regioni che li ospitano. Le conseguenze per la nostra regione sarebbero nefaste con tutto ciò che ne deriverebbe per il territorio nel suo insieme.

Pertanto, il destino della nostra regione è legata direttamente al futuro del suo Ateneo, all’offerta formativa, al corpo docente, alla qualità dei servizi offerti, alla possibilità di creare dei collegamenti con mondo produttivo, della ricerca, dei presidi sanitari e della città nel suo complesso.

COSA FARE?

In questa ottica si RENDE NECESSARIO istituire nuovi corsi di laurea presso l’Ateneo lucano inquadrando l’ offerta formativa in un contesto storico e soprattutto socio-economico coerente.

A testimonianza di ciò, partiamo da un caso davvero emblematico e di successo che, per anni, ha garantito a studenti lucani di conseguire a Potenza un titolo di laurea spendibile sul mercato: la laurea in Scienze Motorie.  

Pillole di storia.

Nel corso del 1980, grazie ad un accordo con l’Università Parthenope di Napoli,  viene aperta a Potenza una sede distaccata dell’Isef di Napoli (istituto universitario italiano parificato che a partire dal secondo dopoguerra ha formato gli insegnanti di Educazione fisica tramite corsi triennali che rilasciavano un diploma post-secondario). ISEF formò circa 2.000 insegnanti di educazione fisica e dottori in scienze motorie. La sede garantì lo svolgimento dei corsi e delle attività pratiche in città (presso una palestra comunale di Rione Francioso) evitando il problema dell’emigrazione universitaria che oggi è una piaga aperta, soprattutto per le famiglie degli studenti.

La legge n. 178 del 1998 trasformò gli Istituti superiori di educazione fisica in Facoltà universitarie. A partire dal 1998, dopo la riforma che ha reso obbligatoria la laurea per insegnare nelle scuole, ne hanno assunto le funzioni i corsi di laurea in Scienze motorie. L’Università degli studi della Basilicata, perse l’occasione di acquisire l’indipendenza istituendo il corso di Scienze Motorie. Fu così che nel 2011, mancando i presupposti essenziali,  la sede distaccata chiuse con notevoli disagi per tutti coloro i quali volevano conseguire il titolo di Dottore in scienze motorie.

Dieci anni dopo, ovvero il  26 febbraio 2021 è stata fatta la riforma dello sport. Il punto cardine di questa riforma è che dal 26/02/2021 il laureato in scienze motorie è ufficialmente diventato un chinesiologo.

La nuova riforma sancisce che chi consegue il titolo di Dottore in scienze motorie diventa “chinesiologo”, cioè un esperto del movimento. Quindi una figura professionale ben definita. Oggi, chi volesse conseguire la laurea in SCIENZE Motorie avrebbe un titolo spendibile sul mercato lavorativo, in quanto il Chinesiologo è una figura fondamentale i cui ambiti afferiscono anche con  il mondo sanitario. 

Cosa fa il Chinesiologo.

L’esercizio dell’attività professionale di chinesiologo di base ha ad oggetto:

  • la conduzione, gestione e valutazione delle attività motorie individuali e di gruppo a carattere compensativo, educativo, ludico, ricreativo e sportivo, finalizzate al mantenimento ed al recupero delle migliori condizioni di benessere fisico nelle varie fasce di età attraverso la promozione di stili di vita attivi
  • la conduzione, gestione e valutazione di attività per il miglioramento della qualità della vita mediante l’esercizio fisico, nonché di personal training e di preparazione atletica non agonistica
  • L’esercizio dell’attività professionale di chinesiologo delle attività motorie preventive e adattate ha per oggetto: la progettazione e l’attuazione di programmi di attività motoria finalizzate al raggiungimento e al mantenimento delle migliori condizioni di benessere psicofisico per soggetti in varie fasce d’età e in diverse condizioni fisiche
  • l’organizzazione e la pianificazione di particolari attività e di stili di vita finalizzati alla prevenzione delle malattie e al miglioramento della qualità della vita mediante l’esercizio fisico
  • la prevenzione dei vizi posturali e il recupero funzionale post-riabilitazione finalizzato all’ottimizzazione dell’efficienza fisica;
  • la programmazione, il coordinamento e la valutazione di attività motoria adatte in persone diversamente abili o in individui in condizioni di salute clinicamente controllate e stabilizzate. In questo caso, per chi ha conseguito la LM-67, la figura professionale risulta essere quella del  “chinesiologo delle attività motorie preventive adattate”.

IL COMITATO.

Novembre 2023, nasce il COMITATO PROMOTORE per l’Istituzione del corso di laurea in Scienze Motorie presso la Università degli studi della Basilicata, consapevoli che:

  • nel luglio 2023, la Regione Basilicata inaugura una importante svolta per la sanità regionale approvando l’introduzione dell’esercizio fisico come strumento di prevenzione e terapia delle patologie croniche non trasmissibili, servizio erogato dal chinesiologo, inquadrato ai sensi del D.Lgs 5 ottobre 2022, n°163, quale professionista di riferimento per l’erogazione di programmi di esercizio fisico strutturato ed adattato, su indicazione medica;
  • le “Palestre della salute” vanno istituite e inserite nell’ambito del Piano regionale della Prevenzione 2021-2025 , come strutture di rete tra laureati in scienze motorie e palestre certificate;
  • il Comitato Italiano Scienze Motorie (CISM), ha tra i suoi obiettivi prioritari l’inserimento delle Scienze Motorie nell’ambito del Sistema Sanitario Nazionale, con particolare riferimento al Dottore Magistrale LM-67 e l’individuazione delle competenze dello Specialista LM-67 nell’ambito del sistema sanitario nazionale, secondo l’ambito di impiego previsto dal percorso di laurea, con finalità di ‘Prevenzione secondaria, terziaria, recupero della salute e della migliore efficienza fisica attraverso l’attività motoria, nelle fasce di età evolutiva, adulta e anziana;
  • il laureato magistrale (sempre LM-67) ha una professione ben specifica la quale apre uno spiraglio per ciò che riguarda le professioni sanitarie  rappresentando un aggiornamento fondamentale per chi compie questo tipo di percorso accademico;
  • che la magistrale LM-67, nel novero di sinergie strategiche,  potrebbe essere inserita in un collegamento funzionale con la  la Facoltà di medicina , poichè le lezioni e anche i vari tirocini si tengono presso ospedali rafforzando e sostenendo la nascita dell’ Azienda Ospedaliera Universitaria.

Tanto ciò premesso, il Comitato promotore chiede la istituzione del CORSO DI LAUREA IN SCIENZE MOTORIE presso l’Università della Basilicata. Lo stesso Comitato, nell’ambito delle proprie attività, provvederà  ad acquisire documenti e informazioni utili a sostegno della proposta e ad organizzare momenti informativi e di approfondimento con professionisti del settore, medici, amministratori, istituzioni del territorio.

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