#Attualità

“POTENZA CELATA”, APP PER RI-SCOPRIRE LA CITTA’.

Storia, palazzi e opere contemporanee nelle mappe interattive sul proprio cellulare.

Da Potenza gelata a Potenza celata. Non un nuovo gioco. Ne niente da nascondere. Al contrario, un patrimonio culturale da scoprire. Da conoscere e vedere. Da sottrarre all’invisibilità. Camminando.

Guidati da una nuova app scaricabile sul cellulare. Si chiama “Potenza celata”, appunto. E’ uno strumento messo a punto con la sinergia di tantissimi attori, pubblici e privati, che si sono cimentati in un progetto di valorizzazione di alcune delle emergenze storiche, monumentali e artistiche del capoluogo. Segni di una storia misconosciuta e ignorata che troverà nuova evidenza grazie ad un modello di conoscenza che sfrutta capacità tecnologiche mobili. Questa applicazione intuitiva e semplice da esplorare ha sviluppato tre diversi percorsi, rappresentati con altrettante mappe, di diversi colori e datazioni, delle emergenze documentate anche con testi e immagini. Il primo è intitolato “Dal segno alla storia” e mostra 6 epigrafi romane (scritte scolpite) ancora visibili su edifici del centro storico della città, analizzate da due archeologhe: Annarita Sannazzaro e Rossana Greco. Il secondo “Architettura del Novecento” è curato dall’archivista Angela Castronuovo e dall’antropologa Agata Maggio e propone la visita di 16 siti del tessuto urbano cittadino. Il terzo “Itinerario del contemporaneo” elaborato dalla storica dell’arte Fiorella Fiore, recensisce 12 opere di artisti contemporanei. Ai tre percorsi si aggiunge, infine, anche una sezione dedicata a giovani in età scolare che potranno accedere alla navigazione tramite alcune risposte a quiz.

Dalla passeggiata al trekking urbano, ognuno dei beni segnalati e catalogati è meritevole di attenzione e suggerisce sguardi nuovi e istruiti su un tessuto edilizio per troppo tempo sottostimato e sottovalutato. La ricerca, lo studio e l’elaborazione del progetto multilaterale, col finanziamento della Regione Basilicata, attraverso i fondi POR FESR è l’esito di uno “SmartLab” di “Basilicata Heritage”, coordinato da Nicola Masini e da Agata Maggio del CNR-ISPC, che ha coinvolto 40 enti e aziende aderenti al cluster “Basilicata Creativa”. L’idea è stata proposta dalla commissione Cultura del Rotary Club “Torre Guevara” di Potenza, presieduto da Francesco Telesca, fatta propria dal CNR-ISPC e realizzata dal team GHS. Hanno collaborato al suo lancio l’associazione Archeoworking e la delegazione FAI e FAI giovani di Potenza.

L’incontro di presentazione dell’app “Potenza celata” – disponibile su AppStore (Apple) e PlayStore (Google) – coordinato da Fiorella Fiore, è avvenuto presso la sala convegni del Polo Bibliotecario di Potenza. Tra gli intervenuti il direttore Luigi Catalani, Luigina Tomay soprintendente archeologia, belle arti e paesaggio Basilicata, Lino Pignataro governatore distretto Rotary 2120 Puglia e Basilicata, Nicola Masini coordinatore scientifico e Agata Maggio coordinatrice gruppo SmatLab entrambi del CNR e Raffaele Vitulli presidente del cluster Basilicata Creativa.

Condivisa da tutti l’impostazione progettuale, aperta a nuove implementazioni e destinata non solo ai futuri turisti, ma anche ai semplici cittadini e ragazzi solitamente indifferenti al patrimonio culturale che li circonda. La rete di soggetti coinvolta dal progetto sperimentale si è espressa unanimemente per la messa a valore anche di competenze e professionalità esistenti in ambito pubblico, istituzionale e imprenditoriale. Perché fermenti e investimenti, uniti a conoscenze ed esperienze innovative portino a nuove consapevolezze del patrimonio ambientale e culturale da cui siamo circondati. Una occasione propizia di “cambiamento dello sguardo” e di “affinamento del gusto”. Poiché oltre il cemento, i mattoni e le architetture di possa cercare ed apprezzare anche la bellezza e l’espressione armonizzata di altre manifestazioni e segni dell’ingegno e della progettualità che non sono solo legate alla funzione del costruito e dell’abitato, ma toccano altri registri che il processo storico e conservativo ci hanno tramandato. E con firme di protagonisti anche più moderni o contemporanei non proprio secondari. Il caso del ponte Musmeci potrà essere ulteriore occasione per dare spessore e valenza a questa proposta laboratoriale che non resti solo in ambito regionale e che vorrebbe creare le premesse perché gli stessi residenti “sbircino” con curiosità i tesori diffusi in questa città. Senza antagonismi e campanilismi con la più conosciuta e amata Matera.

Piero Ragone

Leave a comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *