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LA SENSIBILE FIGURAZIONE EMOZIONALE ED ESISTENZIALE DI MARIA DITARANTO.

Le tappe del suo ricco percorso pittorico interpretativo da nord a sud

Muoversi tra bugie, profumi, sacralità e vegetariani non deve essere stato semplice. In un arco temporale di poco più di un anno. Tra Toscana, Milano, Sicilia, Potenza e Guardia Perticara. E non parlo solo di spostamenti fisici o di viaggi. Alludo alle ultime quattro esperienze artistiche di Maria Ditaranto. Alle sue interpretazioni pittoriche, figurative e alle pregevoli installazioni che ha generato. Cronologicamente prima a Pistoia a febbraio 2024 e poi a Collodi in autunno, ha preso parte al gruppo di artisti incaricati dalla Fondazione Collodi di dare corpo e colore a “Pinocchio e i Carabinieri” (erano 81 i partecipanti) e successivamente a “Le avventure di Pinocchio” (in 12 hanno illustrano ognuno tre capitoli del libro pubblicato anche su Amazon).

Nemmeno il tempo di riprendersi dai ricordi favolosi infantili che già veniva catturata da tutt’altro immaginario. Dare una veste grafica e pittorica ad una nuova essenza nata nella siciliana Noto (già famosa per “L’infiorata”). L’interazione tra profumo e luogo di vendita (lo show room barocco e il palazzo Nicolaci), ma addirittura la proposta di integrazione negli ingredienti utilizzati, (tiarè, fior di loto e gelsomino, unite a note cipriate) hanno portato l’artista ad una impegnativa impresa per immaginare, concordare, e realizzare la “veste” del marketing che questa nuova fragranza, (testata e fatta a Milano), doveva avere per essere lanciata in un marcato molto esclusivo. “Nicolaci 13”, tra le Acque di Noto, ha fuso, in una accattivante etichetta, un portale in petra, inflorescenze, foglie, petali su cui si specchiano due grifi neri, suggeriti dal logo impresso sull’ingresso di palazzo Nicolaci. Una sintesi del brand di profumi d’arte, presentato a Milano durante la settimana della moda ad Exsence 2025, in commercio nelle profumerie di tutto il mondo, con confezioni eleganti e raffinate, raggiunta con la perizia e la passione che la committente, (esperta gallerista), ha voluto condividere con la creatività e l’inventiva di Maria Ditaranto.

Dal giovedì santo e per i 10 giorni successivi, di tutt’altro stile si è manifestata l’installazione montata nella Cappella dei Celestini di Potenza e patrocinata dal Comune, con il titolo “La soglia del corpo. Rivelazioni inattese di carne e di luce” a cura di Donato Faruolo. Una installazione che la stessa artista definisce quale: “prova di contemplazione immersiva e partecipata. Un’opera che sento come la tappa di un percorso che è tanto di elaborazione individuale, quanto di raffronto e definizione di un rapporto con il mondo». Una preziosa, aurea, sonora (con la mononota The Tortoice di La Monte Young del 1964) distribuzione spaziale di 5 teche-tabernacoli con altrettanti “frammenti” corporei, rappresentazione laica della passione, del dolore, delle sofferenze, nella coincidenza della Pasqua cristiana, ortodossa ed ebraica. Dove mani, volto, piedi, ombelico, pelle e membra – incastonate nelle cornici di rovere rivestito da foglia oro 24 carati – “mettono in scena tutto il dissidio dell’esistenza. E gesto, torsione, la posa di una mano evocano, (secondo Faruolo), allegorie sublimi, frammenti dispersi di mitologie dismesse, sacralità senza liturgie”. Un impianto coinvolgente, con corpi innocenti, imberbi, acerbi, che completa una ricerca già avviata ad Armento, nell’uso dell’oro tra artisti lucani, approdato a Palazzo Loffredo in una atmosfera meditativa, quasi zen, con una studiata relazione tra luci, ombre nette e traiettorie emotivo-visuali, in collaborazione con la galleria Idearte di Grazia Lo Re. La stessa galleria che ha portato dall’1 al 13 maggio a Palazzo Montano di Guardia Perticara, “Trame di luce – L’arte di rinascere” dove insieme a Maria Ditaranto espongono anche Claudio Malacarne, Giovanni Spinazzola e Dino Ventura. In evidenza una ulteriore installazione – “i vegetariani”, ispirata dalla lettura del romanzo “La vegetariana” del premio Nobel coreano Hang Kang, con due volti, uno maschile e l’altro femminile, con un ramo dalle foglie grigio-azzurre disegnate sul viso, che invita lo spettatore a riflettere sulla relazione tra l’uomo e la natura e la fragilità del dolore.

Tra i progetti in cantiere lo studio grafico, pittorico e di confezionamento di una nuova essenza profumata commissionata ancora da Acqua di Noto.  Ancora un successo che conferma riconoscimento e apprezzamento di capacità artistica e versatilità progettuale in connubio simbiotico a firma di Maria Ditaranto.

Piero Ragone

LA SENSIBILE FIGURAZIONE EMOZIONALE ED ESISTENZIALE DI MARIA DITARANTO.

EPIGENETICA E TRAUMA.

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