La scuola tra Teoria e Realtà.

Lo scorso 27 marzo, una rappresentanza di We Love Potenza ha preso parte al convegno dal titolo “La scuola tra Teoria e Realtà”, incentrato sulle nuove tecnologie per l’apprendimento, tenutosi presso il Ridotto del teatro “Stabile”, in piazza Mario Pagano. Promosso da Easy School, in collaborazione con il Comune di Potenza e il supporto di enti e associazioni impegnati nell’ambito dell’educazione e dell’inclusione scolastica, l’iniziativa ha rappresentato un’importante occasione di sensibilizzazione e divulgazione sul tema dei Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA), con uno sguardo propositivo all’impiego che le nuove tecnologie possono avere a riguardo.
Scopo dell’evento, dunque, aprire un momento di confronto tra esperti, docenti e famiglie, per discutere insieme le strategie più efficaci per una scuola sempre più inclusiva e accessibile.
Easy School, realtà operante sul territorio ormai da un decennio, si fa così promotrice di una tematica tanto attuale e sulla quale la scuola e tutti gli enti del territorio sono chiamati a lavorare in rete con le famiglie, per contribuire a una formazione personalizzata che sia all’altezza di ogni studente, tanto più per coloro che vivono dei Bisogni Educativi Speciali (BES).
“Avere cura è molto importante, sta in questo il segreto della guarigione: è un rimedio che fa passare il dolore. Il bambino si sente al sicuro se qualcuno gli dà attenzione, un abbraccio, un bacio affettuoso; sono parole che dicono: “ti do attenzione, ti voglio bene […]” (Stelle sulla terra, 2007). Con queste parole in apertura, si è tracciata la traiettoria dell’incontro, ben riassumendone il senso intrinseco.
Nell’avviare i lavori, l’amministratore di Easy School, Donatella Claps, che ha poi moderato l’intero dibattito, ha sottolineato come, nel caso dei DSA, non si tratti di patologie distorsive bensì di disturbi “specifici”, per l’appunto, dell’apprendimento che, attraverso strumenti dispensativi e compensativi, possono contribuire ad arricchire il contesto classe, tanto nel percorso di formazione quanto nella crescita personale dei singoli studenti. Si tratta, pertanto, di caratteristiche proprie di questi giovani alunni, che non precludono loro il raggiungimento, con ottimi risultati, degli obiettivi comuni alla classe, attraverso un Piano Didattico Personalizzato (PDP).
I centri di inclusione e supporto diventano pertanto un presidio sociale importante tanto per le famiglie, che per motivi lavorativi non riescono a seguire i figli nello studio, tanto per la scuola che, spesso, per carenza di personale, non riesce nei suoi propositi.
D’altro canto, come ha ricordato Antonietta Moscato, referente per l’inclusione dell’Ufficio Scolastico Regionale (Usr), l’inclusione non può essere solo scolastica, ma riguarda la persona a tutto tondo Il ruolo dell’Usr, dunque, oltre al sostenimento e alla garanzia dei processi inclusivi, ha come obiettivo anche il miglioramento della qualità dell’inclusione in toto, che si realizza attraverso la cura dei rapporti interistituzionali. Ad ogni modo, l’inclusione che la scuola deve facilitare è proprio “la capacità di attenzione all’altro, la capacità empatica”, ha affermato la dott.ssa Moscato, ricordando anche l’attuazione per cinque anni consecutivi del progetto “I care”.
Sulla stessa linea si è inserito l’intervento della docente di sostegno Antonietta Romaniello che, rifacendosi ai grandi pedagogisti, ha ricordato quanto sia imprescindibile che la stesura del PDP nasca dalle reali necessità dell’alunno, esaltandone le sue potenzialità, sotto la guida di docenti che facilitino tutti i discenti nel capire chi sono e chi vogliono essere.
I due interventi successivi, rispettivamente, della logopedista Rossella Grenci e della Juliana Tamburini, presidente regionale AIDAI (Associazione Italiana Disturbi dell’Attenzione e Iperattività) e neuropsicologa, hanno affrontato in termini più tecnici la questione della neurodivergenza, collocandola all’interno di una categoria che appartiene invece a tutti, la neurodiversità.
In conclusione, l’intervento di Angela Gerardi, docente di sostegno e membro della sezione AID (Associazione Italiana Dislessia) di Potenza e il sindaco di Tito, Fabio Laurino, hanno illustrato alcune problematiche legate al sistema in tema di inclusione e il relativo modus operandi in senso propositivo. L’incontro, pertanto, ha centrato l’obiettivo volto alla sensibilizzazione e alla riflessione sull’inclusione di studenti BES nelle scuole della nostra regione, anche se, come ha concluso l’organizzatrice “ Ci auguriamo che l’indifferenza venga colmata anche con il supporto di alcune parti dirigenziali poiché questa sinergia necessita della loro presenza, fondamentale e determinante mettendo a nudo quelle che sono le difficoltà, ma anche i tanti propositi che si stanno cercando di mettere in atto, favorendo una rete tra famiglie, scuole e enti del territorio lucano”.
Valeria Capobianco