LA GENESI DELLA IACCARA 2025 NELLA PARATA DEI TURCHI A POTENZA.
La puntuale documentazione fotografica di Michele Luongo in una collettiva alla Torre Guevara.
Sintetizzare una storia attraverso le immagini. Quelle fotografiche. Per singoli attimi. E trovare il bandolo. Un preambolo. Lo stimolo. L’eccezionalità nella ripetizione. Ogni volta diversa. Sempre nuova.
Con i dettagli che fanno la differenza. E’ questo l’approccio che Michele Luongo riserva a ogni sua ricognizione. La sua proposta di testimone del luogo e nel tempo. Lo ha fatto per ogni comune della Lucania. In oltre dieci anni. E non poteva sottrarsi ad una ritualità della sua città di adozione.
Potenza e la sua “iaccara”. In preparazione delle festività del suo patrono S. Gerardo e della tradizionale “Parata dei turchi”, anche l’edizione 2025 si è presa il suo spazio. Così anche Michele è tornato a cimentarsi con il suo foto-racconto. Agli scatti di archivio ha aggiunto i nuovi. E continua a farlo ogni giorno. A partire da quando i “portatori” scelgono e tagliano le canne.



Con oltre due mesi di anticipo sulla scadenza di maggio. E’ il tempo necessario per comporre questa “fiaccola”. Una costruzione meticolosa, faticosa. Quasi prodigiosa. Mettere insieme in forma organica e strutturata questo “cero votivo” di circa 12 metri non è uno scherzo. E’ opera di maestri, esperti, devoti. Una squadra affiatata che rispetta le attese. Quest’anno l’anteprima del manufatto è stata proposta in una nuova “location”. La piazza antistante la Torre Guevara, restituita alla città in una veste inedita. Il “fascio” è stato esposto e manovrato, con le sapienti manovre di iaccari e capo iaccara. Davanti a curiosi e spettatori. Dando la possibilità anche ai bambini di costruire sul posto le loro mini iacchere.
Ma si è fatto di più. Nella torre è stata allestita una mostra fotografica con una decina di partecipanti. Tra questi le stampe dei fotogrammi di Michele Luongo si segnalano per completezza e attenzione. Oltre che per qualità tecnica e valenza espressiva. Un approccio documentario a colori, ma che nel bianco e nero restituisce una forza e una caratterizzazione singolari. Oltre che l’oggetto-simbolo (la iaccara appunto), si indugia sui protagonisti dell’opera. I suoi manipolatori e costruttori. La loro perizia ed esperienza si fonde con la partecipazione e il coinvolgimento. Le fasi dell’attività “generativa”, sconosciute ai più, sono messe in comune ed esibite davanti al pubblico che le ammira nella tipica “sfilata”, la processione-corteo in costume che dallo stadio raggiunge il centro storico della città, la sera del 29. Il momento culminante della Festa è proprio l’accensione della iaccara, davanti al palazzo comunale di piazza Matteotti. Come il simbolico abete o maggio che in diversi paesi lucani (da Accettura a Castelmezzano, da Rotonda a Terranova di Pollino) si celebra nel periodo primaverile, anche la iaccara potentina viene scalata. Ma non per accedere a qualche “cuccagna”. Sarà la fiamma ad accendere l’enorme fiaccola. La luce accecante illuminerà la piazza gremita. E il rito propiziatorio nell’allegria e nell’esaltazione notturna della comunità – una volta contadina e legata alla generosità della terra e alle stagioni – si consumerà ancora una volta. Finchè la cenere lascerà traccia dell’energia e della speranza di rinnovamento per un futuro migliore.
Altre info su https://www.facebook.com/media/set/?vanity=michele.luongo.35&set=a.29565015519810112
Piero Ragone












































































































































