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IL TEMPIO DI HERA A METAPONTO.

La ricerca archeologica raccontata dall’archeologo Carlo Rescigno al Museo Provinciale di Potenza.

Il tempio delle Tavole Palatine di Metaponto è un pregevole esempio di santuario tardo arcaico, dorico-acheo risalente al 500 a.C.. Ed è un edificio sacro sorto circa un secolo dopo la città di Metaponto. Si trova in in posizione strategica al centro della chora, l’area agricola circostante, alla confluenza di tratturi e vie di comunicazione sulla sponda destra del fiume Bradano, lungo la direttrice che da Taranto portava a Sibari.

Le attuali 15 colonne scanalate sono quel che resta delle originarie 32 che perimetravano il tempio. Contrariamente a quanto volgarmente ritenuto non era sede della scuola pitagorica, né il sito per il culto di Atena.  Il santuario è invece dedicato ad Hera, regina delle dee e moglie di Zeus.

A testimoniarlo sono i ritrovamenti dei reperti che gli scavi archeologici hanno riportato alla luce. Ad affermarlo è stato Carlo Rescigno professore di Archeologia classica della Scuola Superiore Meridionale dell’Università Vanvitelli della Campania, nel convegno ospitato dal polo della Cultura presso il Museo Archeologico Provinciale di Potenza il 28 febbraio scorso.

Il suo intervento è stato introdotto dal funzionario archeologo del Museo Anna Grazia Pistone, che ha ricordato la storia degli scavi e delle ricerche avviate nel 1813 e continuate con diverse campagne. Dopo il significativo contributo dato da Michele Lacava nel 1880 e da Dinu Adamesteanu nel 1964, con l’istituzione della Soprintendenza ai Beni archeologici della Lucania, gli studi si sono fatti più sistematici anche attraverso un confronto scientifico internazionale. I piani di tutela del monumento hanno attraversato varie fasi. Prima con la costruzione di un muro che perimetrava l’area.

Poi l’abbattimento e lo scavo di un fossato. Fino alla piantumazione di un giardino e l’erezione di siepi, che a tutt’oggi, condizionano la fruizione prospettica del manufatto. Nei secoli il tempio, sede di feste annuali e periodiche, ha subito modifiche e trasformazioni. Fino al saccheggio dei conci e delle offerte votive disseppellite nei paraggi. I recuperi ottenuti con gli scavi sono stati esposti a Torre di Mare, nei pressi della dello scalo ferroviario e nel piccolo Antiquarium ormai chiuso, dopo l’apertura del Museo di Metaponto, oggi in ristrutturazione.

L’ultima campagna di scavi cominciata nel 2022 si è concentrata sui luoghi limitrofi al tempio, cercando di rispondere, secondo quanto illustrato con le relative slides da Rescigno, alle tante domande ancora appese soprattutto sull’uso e le frequentazioni delle Tavole Palatine. Stranamente la sua conservazione ai giorni nostri (con esempi similari che si possono riscontrare a Paestum e a Corfù) è dovuta alla funzione derivata da attività agricole e pastorali che avevano il tempio a riferimento. Come posto di ricovero per animali, di sosta per le mandrie in transumanza e controllo dei terreni coltivati lungo le adiacenti vie, tra cui quella “della lana”. La colonizzazione magno greca a Metaponto ha lasciato pregevoli altri segni con il tempio di Apollo Licio, l’agorà, le necropoli non molto distanti. Come le sue vicende sono state molto influenzate dalle sorti di Taranto, Sibari e dalla più vicina Siris-Heraclea. Attraverso lo studio di piante, colonne e capitelli, dei decori in terra cotta, delle anfore, dei monili e delle statuette votive rinvenute gli archeologi sono risaliti alle datazioni, all’impianto originario dell’edificio, ai suoi rimaneggiamenti e restauri che oggi arricchiscono di informazioni certe una storia lontana ormai più di 25 secoli.

L’auspicio è che questa attività di conoscenza scientifica non si fermi e possa essere valorizzata e trasmessa in forma documentata alle future generazioni.

Piero Ragone

IL TEMPIO DI HERA A METAPONTO.

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