Il “Policlinico Universitario” per arrestare la fuga di cervelli.
Come capita da più tempo, in occasione delle competizioni elettorali si parla molto di toto nomi e poco di programmi e contenuti. Per chi è a corto di questi ultimi, ripropongo il tema della necessaria interazione tra assistenza medica, ricerca e didattica in un settore che dire determinante per le popolazioni della Basilicata è poco: la sanità. Mi riferisco in particolare alla necessità della istituzione dell’Azienda universitaria ospedaliera (già nota come Policlinico Universitario) che ,attraverso accordi e protocolli di intesa tra Università, Regione e Aziende ospedaliere rafforzerebbe il ruolo delle specializzazioni e , di conseguenza, aumenterebbe la qualità delle attività di assistenza e di cura nei presidii.
Ruolo strategico in tutto questo, dovrebbe assumere la Regione Basilicata, la quale avrebbe tutto l’interesse di questo mondo a mettere in piedi a Potenza una struttura del genere capace di trattenere i giovani in loco per dare loro la possibilità di contribuire, per il tramite della Facoltà di medicina, a migliorare complessivamente il mondo dell’assistenza medico sanitaria.
Non è un mistero che proprio a Potenza città, nel quadrante Macchia Romana- Santa Maria, insistono strutture importantissime e strategiche secondo questa prospettiva.
Ma l’opportunità si avrebbe non solo per Potenza, quanto per l’intera regione e che pertanto una fitta collaborazione dovrebbe essere immediatamente attivata dalla Regione Basilicata chiamando l’ Ateneo lucano a fare la propria parte ma anche le strutture pubblico-private (penso ad Universo Salute nella stessa zona di cui sopra).
Attraverso un protocollo d’Intesa tra Università e Regione si avrebbe una cogestione dell’Azienda Ospedaliera nell’ambito della programmazione regionale per stabilire e regolamentare l’apporto alle attività assistenziali del Servizio Sanitario Nazionale da parte della facoltà di medicina, nel pieno rispetto delle finalità istituzionali e didattiche.
In tal modo, la facoltà di medicina, di recente istituzione trova nell’ambito di questa proposta un ruolo cardine che si collega direttamente alle carenze e alla necessità di migliorare complessivamente l’offerta sanitaria lucana contribuendo alla nascita della categoria del medico universitario, a cui attengono servizi affini assistenzialistici didattici e di ricerca che si sommano alle prerogative del medico ospedaliero, poiché la particolarità degli Studi di medicina risiede nel fatto che l’assistenza sanitaria è inscindibile dalla didattica e dalla ricerca. Quale altra strada per trattenere in loco le intelligenze lucane?
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di Enzo Fierro












































































































































