Disabilità e sessualità.
Essere “diverso” è un valore identitario, intrinseco, caratterizzante ogni individuo. Ciò nonostante ancora oggi il termine diversità assume un significato negativo, quasi uno stigma, come se tutti dovessimo mirare ad una presunta normalità la cui esistenza è ormai messa in discussione da più parti.
Ma cos’è la disabilità? È un fenomeno multidimensionale prodotto dalla relazione fra persona, ambiente fisico e sociale. Le persone con disabilità vengono percepite come una realtà complessa che li pone a rischio come persone autonome, attive e con bisogni sessuali e desideri di una vita affettiva soddisfacente. In ogni persona è di vitale importanza l’integrazione delle componenti affettive, relazionali e sessuali per acquisire un senso di Sé pieno.
Il legame affettivo e sentimentale tra adulti implica differenti sistemi motivazionali, quello di attaccamento ma anche di accudimento e di accoppiamento sessuale. La connessione diretta tra relazioni sentimentali, tipiche del mondo adulto, e stile di attaccamento, sperimentato durante l’infanzia, era stato già ipotizzato da Bowlby e confermata dagli studi della Ainsworth che dimostravano come le relazioni di coppia fossero orientate dalla “ricerca della sensazione provata nell’esperienza di conforto e di sicurezza della prima infanzia.” Appare chiaro quindi come la qualità dei legami affettivi sperimentati nell’infanzia abbia un forte impatto sulla formazione della personalità e che relazioni funzionali dipendono dall’essersi sentiti amati e aiutati.
Per quanto riguarda la sessualità, molti studi considerano la relazione fra accudimento e sessualità. Le abitudini sessuali degli umani non sono connessi solo con l’evoluzione ma anche a comportamenti di accudimento e amore che, a differenza degli altri mammiferi, portano a sperimentare intimità e aumento della connessione emotiva tra i partner sessuali. Gli studi di neuroimaging indicano che le aree del cervello che si attivano durante l’esperienza sessuale sono le stesse che si accendono anche durante le esperienze dell’amore romantico, suggerendo l’idea di un percorso neurobiologico che attiva meccanismi mediati dagli ormoni. Le barriere culturali e sociali connesse al tema sono ancora molto presenti ma a livello educativo molto può essere fatto per abbattere queste barriere, evitando l’infantilizzazione, facendo educazione sessuale, parlando con le famiglie. La sensibilizzazione sociale è pertanto fondamentale per giungere a comprendere che la sessualità è una normale tappa nella vita di ciascuno.
Mina Patrizia Paciello












































































































































