CERCHI: il nuovo album di ERICA MOU.

“Ogni brano è un anello, una maglia di una collana. Si torna da dove si è partiti ritrovandosi diversi, tenendosi stretta la voce che conserva le tracce del percorso fatto.”
Quali migliori parole per introdurre il nuovo disco di Erica Mou, se non quelle della stessa cantautrice pugliese? Cerchi (Maremadre / ADA Music Italy) è il settimo “figlio” dell’artista-madre Erica, un album circolare nel senso più vitalistico del termine: un anello che non significa una chiusura perfetta, ma un giro volutamente imperfetto di chi ha ancora da aggiungere qualcosa e che altro non vuole se non creare una serie di sensazioni, immagini simboliste, che chiedono all’ascoltatore di essere trasformate, fatte proprie…diventare emozione! “Ricordo quando l’ho incontrata…” Erica, era una giovanissima cantautrice con tanto da raccontare ed un itinerario tutto da immaginare, e adesso la ritrovo matura, con l’ispirazione a livelli massimi per queste 11 nuove tracce, che la vedono arricchire i colori musicali delle sue idee con i due compagni di sempre: Flavia Massimo e Molla che arrangiano e suonano insieme a lei il disco, donandogli un sound da live, senza troppe sovraincisioni, perché CERCHI è un disco di verità, e lo vuole comunicare in tutti i modi all’ascoltatore. Le canzoni, infatti, non pretendono un tempo lungo per fare sfoggio di sé, ma durano il giro di un’emozione, non ci ritornano su, s’imprimono. Non è possibile indicare una sola canzone che possa farvi capire come sia il disco, perché davvero pretende di essere un Album, inteso alla maniera che piace a noi: canzoni che hanno senso, gridano o sussurrano qualcosa di ben preciso.
Dunque è altamente consigliato l’ascolto per intero, poi ci sono le gemme che si distinguono: MADRE ad esempio è il brano che apre (il verbo è proprio scelto appositamente) a questo mondo di canzoni nuove di Erica, ne è il manifesto e il punto d’incrocio tra il nuovo album e il romanzo “Una cosa per la quale mi odierai” (Fandango 2024), c’è dentro la storia di una nascita e di una perdita, c’è amore in tutte le sue facce. Poi c’è un pezzo che apparentemente sembra non c’entri molto, e invece LA FESTA DEL SANTO ti dice “ehi, ricordati delle tue radici sempre, apprezzale, ascoltale, ricordati delle feste del santo patrono e di quel mondo che per un giorno diventava magia”. Al momento resta il mio brano preferito, insieme a MANI D’ORTICA: canzone complessa, scritta in modo magnifico, e che parla di paura di ferire, del desiderio di protezione. L’album si chiude con una lettera a se stessa, Erica scrive alla sé che è stata…per ritrovarla e passare a salutarla, dicendole forse di stare tranquilla perché i sogni ci tengono ancora vivi, e che le lacrime diventeranno comunque dei sorrisi, nei nostri cerchi di vita, sempre uguali e diversi.
CERCHI è il disco della voce, che si frammenta che si ritrova, che canta che interpreta emozioni, la voce di Erica che è stata e di quella presente. Dream on!
Enzo Restaino